Cosa si intende per identità di genere?
Tradizionalmente gli individui vengono divisi in uomini e donne sulla base delle loro differenze biologiche. Nel sentire comune, infatti, il sesso e il genere costituiscono un tutt’uno. Gli studi di genere propongono invece una suddivisione, sul piano teorico-concettuale, tra questi due aspetti dell’identità: il sesso (sex) costituisce un corredo genetico, un insieme di caratteri biologici, fisici e anatomici che producono un binarismo maschio / femmina; il genere (gender) rappresenta una costruzione culturale, la rappresentazione, definizione e incentivazione di comportamenti che rivestono il corredo biologico e danno vita allo status di uomo / donna.
Sesso e genere non costituiscono due dimensioni contrapposte
Esse sono interdipendenti: sui caratteri biologici si innesta il processo di produzione delle identità di genere. Traducono le due dimensioni dell’essere uomo e donna. Il genere è un prodotto della cultura umana e il frutto di un persistente rinforzo sociale e culturale delle identità: viene creato quotidianamente attraverso una serie di interazioni che tendono a definire le differenze tra uomini e donne. A livello sociale è necessario testimoniare continuamente la propria appartenenza di genere attraverso il comportamento, il linguaggio, il ruolo sociale. Si parla a questo proposito di ruoli di genere. In sostanza, il genere è un carattere appreso e non innato. Maschi e femmine si nasce, uomini e donne si diventa.
Il rapporto tra sesso e genere varia a seconda delle aree geografiche, dei periodi storici, delle culture di appartenenza. I concetti di maschilità e femminilità sono concetti dinamici che devono essere storicizzati e contestualizzati. Ogni società definisce quali valori additare alle varie identità di genere, in cosa consiste essere uomo o donna. Maschilità e femminilità sono quindi concetti relativi.
L’Empowerment femminile
Il secolo scorso vide la donna intraprendere un percorso di emancipazione, il quale l’ha allontanata da quella che era l’immagine della donna come «regina del focolare» dedita esclusivamente alla cura della famiglia e della casa. La donna d’oggi è altamente istruita, occupa posti di lavoro di rilievo ed ha raggiunto i vertici in tutti gli ambiti, per poter ottenere ciò ha dovuto posticipare alcune tappe fondamentali della propria vita. La vita della donna del XXI secolo è una vita frenetica, fatta di mille impegni, aspirazioni ed ambizioni. Proprio all’interno di quest’ambito, si sta cercando di ritrovare quella sensibilità e consapevolezza di sé, in quanto donna, che è venuta meno e si parla sempre più di Empowerment femminile.
La parola inglese Empowerment deriva dal verbo to empower, non esiste in italiano un’unica parola che possa tradurre questo termine inglese anche per la complessità semantica che il concetto stesso intende esprimere, è generalmente tradotta in italiano con i seguenti significati: «Conferire o attribuire poteri», «mettere in grado di», «dare autorità a», «accrescere in potere», ma nel nostro ambito assume il significato di «potenziamento».
L’Empowerment ha un duplice aspetto: da un lato si riferisce al percorso compiuto dalla donna per raggiungere un determinato risultato e per essere messa in grado di svolgere determinati compiti e di superare determinate condizioni di impotenza e di passività. Dall’altro lato, ha attinenze con lo stato empowered raggiunto dalla donna la quale è più fiduciosa in sé stessa e delle proprie capacità, in grado di godere di una dignità personale così come di spazi d’autonomia e di libertà. Due sono le caratteristiche essenziali legate ad un approccio fondato sull’Empowerment:
La donna può essere guidata verso un percorso che ha come obiettivo ultimo quello di farle acquisire degli strumenti che l’aiuteranno a raggiungere il suo stato di Empowerment, che sono i seguenti:
C’è molto da fare in termini di parità di genere per le donne in Svizzera – per esempio sulla retribuzione – persistono ancora concezioni tradizionali dei ruoli di genere all’interno della popolazione svizzera. La parità tra uomini e donne va affrontata evitando di stigmatizzare le diverse comunità migranti o comunità religiose, ma piuttosto, evidenziando le legittime richieste di donne in una prospettiva sociale complessiva. Escludere una parte della forza produttiva della nostra società recherebbe danno a tutta l’economia. La vera parità trai generi ed una vera equità sociale possono essere ottenute solamente creando a livello lavorativo anche per gli uomini condizioni favorevoli permettere loro di partecipare attivamente alle responsabilità famigliari. Tutti ne usciranno vincenti, la famiglia, la società e l’economia.
Dr. Angela M. Carlucci
Presidente
grafico :: disparita-salariale_2010
Fonte: Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo, UFU
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