Le organizzatrici delle manifestazioni all’insegna della parola d’ordine ”Se non ora, quando?” sono soddisfatte. ”Siamo più di un milione. Ci siamo appena contate”, ha annunciato l’attrice Angela Finocchiaro dal palco di Piazza del Popolo a Roma il 13 febbraio 2011 riferendosi al successo delle mobilitazioni in altre città, da Catania a Torino ma anche in molte capitali straniere.
Nelle piazze non solo donne, molti gli uomini. Tantissimi i cartelli e gli striscioni, assenti invece le bandiere di partito come avevano chiesto le organizzatrici. L’obiettivo era quello di ribadire la dignità della condizione femminile rivendicando diritti e uguaglianza sociale. In Svizzera l’evento è sostenuto dall’associazione ADISPO che da anni si batte per l’affermazione e il riconoscimento delle donne italiane. «La Svizzera ha fatto passi da gigante in questi ultimi 40 anni, da quando le donne hanno acquisito il diritto di voto e questo ha influenzato molto anche la percezione di coloro che sono emigrate dall’Italia», ci spiega la presidente Angela Carlucci. «Ma il legame con la cultura di origine è ancora molto forte ed è normale le donne italiane si identifichino in ciò che sta accadendo e che sentano il bisogno di esprimere la loro indignazione».
150° dell’Unità d’Italia: democrazia ed uguaglianza
Il secolo scorso vide la donna intraprendere un percorso di emancipazione, il quale l’ha allontanata da quella che era l’immagine della donna come “regina del focolare” dedita esclusivamente alla cura della famiglia e della casa. La maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un lavoro, studia, si sacrifica per affermarsi nella professione che si è scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti, genitori anziani. Le donne di oggi hanno considerazione e rispetto di sé, della libertà e della dignità femminile ottenute con il contributo di tante generazioni di donne che – va ricordato nel 150esimo dell’Unità d’Italia – hanno costruito la nazione democratica. Noi donne ADISPO, donne italiane in Svizzera, porteremo avanti lungo tutto l’anno non solo il 150° dell’Unità d’Italia, ma anche e soprattutto la questione dell’uguaglianza in tutte le sue sfaccettature.
La dignità delle donne è la dignità di ogni nazione!
La ricca e varia esperienza di vita delle donne di oggi è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità. E ciò non è più tollerabile. Una cultura diffusa propone alle giovani generazioni di raggiungere mete scintillanti e facili guadagni offrendo bellezza e intelligenza al potente di turno, disposto a sua volta a scambiarle con risorse e ruoli pubblici. Il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato italiano, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni.
Riprendiamoci la nostra dignità!
Noi chiediamo a tutte le donne, senza alcuna distinzione, di difendere il valore della loro, della nostra dignità e diciamo agli uomini: se non ora, quando? È tempo richiedere il rispetto della dignità della donna e di dimostrare amicizia verso le donne. È necessario aumentare la solidarietà fra donne ed edificare solidarietà, comprensione ed empatia fra i due sessi per rendere questa nostra società veramente democratica, equa ed inclusiva – per tutti, per le donne come per gli uomini. È in questa ottica che si inserisce il lavoro e l’impegno di ADISPO per una società più giusta e più libera dove la dignità di ogni persona è considerata il primo bene, affinché tutti ne escano vincenti: l’uomo, la donna e la società.
Dr. Angela M. Carlucci
Presidente adispo
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