Il maschilismo nascosto

Il maschilismo nascosto

“Le distanze si sono accorciate, ma siamo ancora molto lontani da un traguardo di parità”. Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si era espresso celebrando al Quirinale l’8 marzo 2011. E quanto aveva ed ha ragione il Presidente della Repubblica!

Nei giorni scorsi durante un’ importante occasione relativa alla mia attività, sono stata presentata, da un signore titolato, ma soprattutto amico, come …la bella giovanotta… (avrebbe esordito nello stesso modo se al posto mio vi fosse stato un uomo?). La sera successiva, un altro componente del genere maschile, conosciuto nel nostro ambiente come uomo di grande sagacia, si chiedeva, facendola passare come battuta, cosa ci stiano a fare al mondo le donne, facendomi poi i complimenti per come guido, come se fosse un fatto straordinario. Il giorno dopo, ancora, un altro componente del così detto sesso forte, che ritengo si distingua tra gli altri per la sua intelligenza e sensibilità, paragonava, ovviamente in maniera scherzosa, le oche (che pare percepiscano le onde sismiche del terreno prima di un terremoto) alle donne, domandandosi come mai queste ultime non le avvertano. Lo stesso giorno, partecipando ad un appuntamento politico di una certa importanza notavo che, su una quarantina di “militanti”, erano soltanto sei le presenze femminili. Tutto questo mi ha portato a riflettere.

Le nostre madri e le nostre nonne hanno dovuto combattere contro forme chiare ed evidenti di sopraffazione maschile. Sono state battaglie dure e il fatto che fino a poco più di 60 anni fa le donne non potessero votare, chiarisce meglio di ogni altro ragionamento quanta strada sia stata fatta da allora.

Mi sembra che quello contro cui ci si scontra ora è un delicious.com maschilismo diverso, più sottile, più nascosto. Oggi come oggi, la donna che si trovi ad avvertire disuguaglianza, ottiene spesso una risposta alle sue rivendicazioni del genere: “Ma come? C’è totale uguaglianza! Le donne lavorano, gli uomini le aiutano di più con la casa e si occupano anche dei figli. Insomma, sei completamente fuori tempo, l’epoca del maschilismo non esiste più. Contro cosa vuoi combattere se vivi in un Paradiso terrestre?”

Il messaggio svalutativo e di disuguaglianza è implicito. Le donne lavorano sì come gli uomini, ma per lo più passa sotto silenzio che per le stesse identiche mansioni guadagnano molto meno degli uomini. Le donne possono fare politica o arrivare ai vertici delle aziende, ma chissà per quale strano meccanismo la loro presenza, percentualmente, è minima, nonostante le famose quote rose che io detesto (donne al comando si, ma per merito e non perché si devono rispettare le percentuali).

Oggi come oggi, quasi nessuno più si sognerebbe di affermare, seriamente, che una donna è inferiore per motivi biologici o psicologici, eppure la dominanza maschile è ancora ben presente, ma impalpabile e nascosta nelle pieghe di un’apparente uguaglianza, e per questo, più difficile da eliminare.

Prova ne è che assisto (ahimè), come dicevo prima, ad una continua perseveranza di piccole e velate svalutazioni del genere femminile.

Certo che siamo diversi! Ma se ci pensiamo bene possiamo avere, unendoci, tutti gli strumenti per vivere e stare bene insieme.

La strada per raggiungere il traguardo di parità deve e può essere percorsa insieme agli uomini, assieme a quelli davvero intelligenti, a quelli consapevoli che una maggiore parità porta inevitabilmente ad una società migliore.

Le donne  superano la maggioranza nelle Università, sono sempre più numerose e presenti nel mondo del lavoro, avanzano nel mondo degli affari, fanno carriera negli Enti pubblici, diventano ministre, deputate, senatrici e capi di stato, sempre più alla guida di imprese e nei CdA delle grandi aziende, eppure…

Le donne sono ancora tanto indietro, rispetto agli uomini. A livello di vertici politici, universitari, imprenditoriali sono ancora in netta minoranza e chi comanda è uomo. Le stesse statistiche che documentano l’avanzamento delle donne negli ultimi decenni rivelano anche che le ingiustizie e le discriminazioni nei confronti delle donne continuano ad essere la norma.

Maria Bernasconi – Direttore responsabile l’Altraitalia
www.laltraitalia.eu