Empowerment e gender sensitivity training :: La faticosa solidarietà fra donne

Empowerment e gender sensitivity training :: La faticosa solidarietà fra donne

Articolo Seminario Empowerment

Di Manuela Balanzini – Al termine del corso «Retravailler», per il reinserimento professionale delle donne, il CFP dell’OCST, diretto da Giuseppe Rauseo ed ENAIP, diretto da Paolo Vendola, hanno organizzato un pomeriggio di riflessione ed incontro sul ruolo della donna che si è tenuto sabato 18 settembre presso il circolo ACLI di Lugano. Moderatrici intervenute: Dr. Angela Carlucci, presidente di ADISPO (Associazione delle donne italiane per le pari opportunità – www.adispo.ch) e Dr. med. Anna Rüdeberg Pompei, vice-presidente di ADISPO, Consigliere CGIE (Consiglio generale degli italiani all’estero) e Presidente del Centro Familiare Emigrati ACFE a Berna (www.centrofamiliare.ch).

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In sala erano presenti diverse persone attive nel settore che hanno dato un contributo tale da trasformare l’incontro in un momento molto interessante di reciproco scambio di esperienze. Presente in sala, in vece del Console italiano a Lugano Alberto Galluccio, la dott. Signora Laura Ranucci ha manifestato piena solidarietà alle persone che si attivano per la formazione e l’inserimento professionale delle donne.

Dal confronto fra i presenti sono emersi due elementi che caratterizzano la vita sociale dimolte donne: da una parte si assiste all’autoisolamento di madri casalinghe, convinte di non avere nulla da offrire, ed il problema è più sentito per le donne emigrate; dall’altra si manifesta spesso una paura al confronto e all’apertura con altre donne: si tende a proteggersi. Anna Rüdeberg Pompei, medico a Berna, che si occupa da anni di TELETHON e cura gli interessi delle donne, ritiene che bisogna vincere con la formazione la convinzione di non avere competenze e capacità. È necessario fare un lavoro per condurre queste donnea ritrovare autostima e a comprendere il loro valore. Per le donne infatti è estremamente importante partecipare, essere attive.

La tendenza a proteggersi deve essere vinta. È necessario cambiare il modello: le donne occidentali devono essere solidali fra loro. Angela Carlucci ha citato un dato che colpisce più di qualsiasi discorso: in Svizzera attualmente le donne subiscono una disparità salariale che supera ormai il 25 per cento. Anna Rüdeberg Pompei ha osservato che, nel 20esimo secolo, la donna nella dimensione pubblica ha dovuto spesso rinunciare alla propria identità femminile. È invece importante non rinunciarvi, restando ottime professioniste e lavoratrici. Al contempo è anche necessario imparare a creare solidarietà tra donne diventando collaborative.

Angela Carlucci grazie alla sua esperienza sindacale conferma come ci siano sempre più donne laureate ma che molte cariche di rilievo siano ancora rivestite solo da uomini. Dal suo punto di vista è necessario creare collaborazione tra uomini e donne. Ha quindi invitato i presenti a partecipare.

Molti sono stati gli interventi dal pubblico, tutti interessanti: dalle esperienze portate da Pepita Vera Conforti e Paola Maeusli Pellegatta di Alice in-forma (www.alicein-forma.ch), a quelle di tre partecipanti al progetto Retravailler organizzato a Lugano, Emanuela, CFP, Marina, insegnante, e Manuela, partecipante, a quella di due studenti in Scienze sociali.

Dopo un pomeriggio molto interessante, si può affermare che in generale dalle testimonianze raccolte, sussiste un reale interesse e una conseguente motivazione nel collaborare tra uomini e donne per migliorare non solo le relazioni ma creare un approccio costruttivo. È vero che i vecchi modelli sociali sono forti ma è altrettanto vero che se si tematizza e si mette in atto la solidarietà e la collaborazione si crea una società più corretta e più attenta nei confronti di chi è meno in vista ma non per questo ha meno valore.