Conferenza «La donna: in Italia e in Emigrazione» Berna, 2.6.2012

Conferenza «La donna: in Italia e in Emigrazione» Berna, 2.6.2012

Discussione con l’On. Monica Baldi e con la dott.ssa Anna Rüdeberg sulle donne come forza di cambiamento al positivo.

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Nel  lontano 2002, l’on. Monica Baldi propone come primo firmatario, insieme al Gruppo donne del CGIE, coordinato dalla dott.ssa Anna Ruedeberg Pompei, l’istituzione dell’Osservatorio delle donne italiane all’estero – legato a tutte quelle tematiche concernenti il mobbing, le pari opportunità e la presenza in modo irreversibile delle donne nel mondo politico italiano.

« Grazie a tutte per essere qui e per l’entusiamo e la passione che si respira sempre nei nostri incontri. Grazie anche per il lavoro che tutte insieme abbiamo fatto e per quello che a partire da oggi dovremo ancora fare. Vogliamo che questa nostra iniziativa di oggi metta in campo la forza e l’energia del cambiamento delle donne. La nostra conferenza deve servire a proiettarci verso il futuro. »

Ma sappiamo bene, per dirla con Orwell, che è possibile controllare il futuro, soltanto se si possiede il proprio passato e noi vogliamo collocarci nel solco nella migliore cultura e tradizione che ha pensato il nostro Paese di origine come anche il nostro Paese di accoglienza.

Ringrazio tutte per la fatica, il lavoro e la passione che abbiamo messo del confronto tra noi e che ci ha consentito di arrivare fino a qui. Non è un incontro spot. La discussione ha fatto crescere una consapevolezza collettiva più ricca ed io credo che questo sia il valore del lavoro in rete.

Ha fatto crescere idee e proposte attorno alle quali continuare a rendere forte un movimento delle donne – e l’ADISPO. Investire sulle donne come la forza di cambiamento che vogliamo vedere nel Paese è il cuore ed il senso del nostro progetto associativo. Mi auguro che da questa conferenza possiamo uscire tutte più forti.

Quanto e quando contano le donne?
Il secolo scorso vide la donna intraprendere un percorso di emancipazione, il quale l’ha allontanata da quella che era l’immagine della donna come “regina del focolare” dedita esclusivamente alla cura della famiglia e della casa.

Infatti….

  • La maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un lavoro, studia, si sacrifica per affermarsi nella professione che si è scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti, genitori anziani.
  • Le donne in genere, anche quelle in emigrazione, hanno aperto delle prospettive nelle quali è evidente che esse traghettano, indipendentemente dal paese di residenza e da quello di partenza, un valore che ha valenza mondiale: quello di una divulgazione di maggiore ricchezza culturale.
  • Le donne di oggi hanno considerazione e rispetto di sé, della libertà e della dignità femminile ottenute con il contributo di tante generazioni di donne che hanno costruito la nazione democratica.

Da sole non si va da nessuna parte, gli uomini lo sanno: anche quando si fanno la guerra tra loro, si legittimano a vicenda.

Smettiamo di accudire e preservare la leadership maschile come assistenti sociali, come badanti. Bisogna finalmente investire sulle donne come la forza di cambiamento al positivo, qualificando sempre più la società sia sul piano sociale che sul piano economico. Iniziando a dar – visibilità – alle donne. Le donne, infatti, non contano. Ma per quanto tempo ancora?

Discussione con l’On. Monica Baldi e con la dott.ssa Anna Rüdeberg sulle donne come forza di cambiamento al positivo. Per qualificare sempre più la società sia sul piano sociale che sul piano economico.  E per creare e condividere uno spazio politico dove mettere a frutto le esigenze e le competenze delle donne nella società civile.

Per il Comitato
Dr. Angela M. Carlucci

Presidente Adispo