Convegno Donna: Coordinamento nazionale donne ACLI

Paolo Vendola – Sarnen, 5 novembre 2005 -E’ a Sarnen che si e’ tenuto il 1° convegno donne delle ACLI Svizzera (Associazioni Cristiane Lavoratori Internazionali) dove si è parlato con le donne e non di donne. Sembra facile ed intuibile la distinzione tra i due concetti ma, spesso, ci dimentichiamo di quanto anche un Movimento come il nostro, da sempre, e’ declinato al maschile.

L’intuizione delle ACLI nei suoi 60 anni di attività da sempre ha tentato di non fare distinzioni di genere, tanto da riportarlo in modo chiaro ed evidente nell’articolato del proprio Statuto. Promozione, coordinamento, indirizzamento per e del Movimento per attivare strategie di pari opportunità sono a caposaldo delle attività sociali delle ACLI.

Questo traspare dall’entusiasmo della responsabile Coordinamento Donne, Maria Alonso-Ricci, coadiuvata da Cinzia Zanchin e dalla sempre presente segretaria organizzativa delle ACLI Svizzera, Daria Lepori, che hanno dato vita ad una giornata ben riuscita e ben organizzata.

Non da meno la caratura delle interlocutrici che si sono susseguite al microfono. Anna Rüdeberg, Consigliera del CGIE e vicepresidente della CFS (Commissione Federale degli Stranieri), che, partendo dalle esperienze della sua professione di pediatra, illustra il percorso e l’imprinting della mente umana frutto delle esperienze maturate durante la vita. È evidente, da un punto di vista medico che, atteggiamenti, luoghi comuni, distinzioni uomo-donna sulle competenze, portano poi ognuno di noi a ragionare da adulti con molti preconcetti.

La Consigliera nazionale, Chiara Simoneschi Cortesi (membro della commissione sulle pari opportunità) ricorda ai presenti come la fantomatica parità uomo-donna sa molto d’opera incompiuta. Difatti ancora oggi spesso, e soprattutto a livello politico, si usano le lenti della diffidenza e/o della discriminazione tra colleghi uomini e donne. Questo modo di atteggiarsi già in seno delle singole organizzazioni politiche, porta poi ad avere un esiguo numero di parlamentari donne tra i posti che “contano”, non da ultimo ricorda come, alle discriminazioni, si aggiungono le disparità salariali. Non da ultimo, anche la giornalista Monica Caratti Piffaretti ricorda come lo slogan sulla parità uomo-donna è il paravento a tante incomprensioni. Tutti dicono, infatti, che la parità è un dato di fatto, quindi cos’altro ci si aspetta? E qui, illustra come sovente è la donna che porta il fardello della famiglia e spesso la scelta di crescere i figli porta al sacrificio della propria carriera o aspettative. Parità di fatto nelle opportunità della professione ma poi nel quotidiano vivere si riscontra la mentalità comune di suddividere le competenze e le mansioni domestiche, in una vita di coppia, al maschile ed al femminile.

Certo è, come si evince dalla presentazione di diapositive da parte della fisioterapista ed etnologa Liselotte Kuntner, che la storia insegna come i risultati d’incomprensioni ed atteggiamenti attuali sono una lunga serie di eventi che vengono da molto lontano. Oggi, persino un evento come la nascita di un figlio si è trasferito da competenza gestita tutto al femminile ed in casa, ad un evento ospedalizzato e gestito da equipe mediche maschili.

Sono molti gli spunti di riflessione che scaturiscono in un confronto con le donne, si possono capire meglio atteggiamenti, s’impara ad individuare consuetudini e modi di fare che, anche se inconsci, di fatto, urtano la sensibilità delle nostre colleghe in qualsiasi ambito: da quello lavorativo, associativo e alla vita familiare. È evidente che, fin quando si continuerà a parlare di pari opportunità, siamo sempre di fronte ad un’opera incompiuta, di una vita sociale e privata a metà che non è la normalità. La normalità, a mio avviso, potrà esserci, quando finiremo per parlare d’umanità, di una società aperta che non fa nessun tipo di distinzione e discriminazione dove ci si lascia ancora stupire dalle piccole cose e dalle meraviglie del mondo che ci circonda, dove è possibile parlare di collaborazione paritaria tra uomo e donna per il bene comune e per una migliore qualità della vita.

Paolo Vendola, Direttore ENAIP