Zurigo, 3 marzo 2011 – Non è facile per un giovane dirigente, che da pochi anni ha superato la soglia dei suoi primi quarant’anni, raccontare il bene che ha fatto l’ENAIP per la formazione professionale nell’elevare il livello di istruzione di tanti lavoratori in Italia e in tutta la sua rete estera, quindi anche nella nostra realtà in Svizzera.
La storia dell’ENAIP nasce idealmente con la nascita delle ACLI. Nel 1946, agli inizi proprio del movimento aclista, venne pubblicato un opuscolo dal titolo “L’istruzione Professionale” a cura del prof. Luigi Palma. La Presidenza Centrale nel presentare tale pubblicazione, metteva al centro dell’operato delle ACLI proprio l’elevamento a migliori condizioni di vita del singolo, passando dalla formazione professionale; se teniamo conto anche del contesto dell’epoca della massa di lavoratori duramente provati dalla tremenda esperienza della guerra. Molti anni dopo, anche Livio Labor, ricorderà che l’interessamento delle ACLI ai problemi della formazione professionale dei lavoratori è, e deve essere una naturale vocazione del neonato movimento.
Tant’è che ancora oggi è sancito dagli Statuti ACLI di ogni Nazione ove esiste il “nostro” Movimento, nell’art. 3 cpv. b, che uno dei servizi sociali attraverso le quali le ACLI realizzano una rete di esperienze, di solidarietà, di auto organizzazione e di risposta ai bisogni materiali e sociali delle persone passano “nella formazione ed orientamento professionale e nelle politiche del lavoro”, attraverso l’Ente Nazionale ACLI per l’Istruzione Professionale (ENAIP).
Proprio questo sembra essere ed è giustificata la ragione fondativa dell’ENAIP, sintetizzabile nella parola “elevazione”; dunque un principio di emancipazione socio-culturale del mondo dei lavoratori. Anche il discorso di S.S. Paolo VI nel 1963, ad un Convegno studio ENAIP sulla Formazione professionale, diceva che l’Ente delle ACLI e le ACLI stesse dimostrano una feconda sensibilità nell’interpretare ed anticipare i tempi tenendo conto delle reali esigenze dei lavoratori, così come vi è stato il merito di aver dato origine ad una vasta e promettente rete di scuole professionali atte a dare una risposta concreta ad ogni esigenza formativa. Da questi presupposti si può ben capire come a fine anni ’60 cresce l’impegno all’estero tra i lavoratori italiani in Germania, Svizzera e Belgio, prima e poi verso la Francia, Gran Bretagna, ecc. Il Movimento segue le masse migratorie per dare una risposta nel sociale (tutela p. es. attraverso il Patronato ACLI) e subito una risposta a quella massa di lavoratori non qualificati che si trovano proiettati nelle fabbriche di ogni tipo, dove si richiede una certa qualificazione professionale. L’ENAIP partecipa attivamente persino alla definizione della legge-quadro della formazione professionale (legge 845/78), alla luce di una piattaforma intitolata “La riforma della formazione professionale nella prospettiva della piena occupazione e di un nuovo sistema formativo”. Questa legge, negli anni a venire fino alla fine degli anni ‘90, diviene proprio la base per la qualificazione professionale di molti connazionali in Svizzera, che grazie al supporto di fondi del Ministero del Lavoro, acquisiscono titoli di qualifica professionale riconosciuta in diversi settori del mondo del lavoro in Svizzera, permettendo una facilitazione nell’inserimento attivo come forza lavoro qualificata. In molti casi è stata la base anche per l’inserimento nel sistema formativo locale che ha permesso a molti di entrare nel ciclo della formazione continua e permanente permettendo anche una carriera professionale. Chiaramente oggi i tempi sono altri, ed altre sono le risposte che l’ENAIP tende a dare attraverso la sua rete internazionale nel creare scambio tra diverse esperienze europee e diventare terreno di scambio delle competenze formative nel Paese in cui si opera, partecipando a programmi formativi con Enti e Istituzioni pubbliche locali. È in questa ottica che negli ultimi anni si sta tentando di dare una collocazione di servizi formativi/consulenza “più integrata” nella realtà locale, assumendo compiti che vanno al di là dell’emigrazione. Oggi, anche ENAIP Svizzera offre le sue azioni formative a nuove fasce di utenza, ai nuovi migranti, con nuovi settori di intervento. Se pensiamo ad un ragionamento puramente statistico oggi, mediamente in un anno, il sistema ENAIP nel mondo produce circa 3500 attività corsuali, con 60000 allievi e con 20 milioni di ore formative. Sono passati per l’ENAIP, in Svizzera, 50 anni di presenza attiva nel settore formativo, ma l’obiettivo di ieri e di oggi resta ancora quello di promuovere un sistema formativo aperto ed integrato, centrato sul diritto del cittadino all’istruzione (qualunque sia la sua provenienza) e alla formazione, in stretta relazione con le politiche del lavoro locale e con uno sguardo attento a quanto si muove nell’ambito formativo europeo.
Paolo Vendola
Direttore ENAIP Svizzera
Zurigo, 3 Marzo 2011 – In casa ENAIP Svizzera è ormai cominciato il count down per i festeggiamenti. Che cosa si festeggia? Il 50° compleanno dell’ente. Si festeggiano i 50 anni di strada percorsa assieme alle persone che ne hanno fatto la storia; i 50 anni di scuola nel senso più tradizionale del termine, ma anche i 50 di innovazione e di sperimentazione nell’ambito del sistema formativo, in cui l’ENAIP ha sempre tentato di distinguersi. Si festeggiano i 50 di difficoltà, sacrifici, piccoli e grandi successi, di piccole e grandi vittorie e, qualche volta, di piccole e grandi sconfitte. Perchè in fondo, essendo storia di uomini e donne, quella dell’ENAIP è anche storia di momenti difficili, in cui „fare formazione“ ha avuto anche il suo prezzo. Non è infatti sempre facile portare avanti la bandiera della formazione continua. Non è facile fare in modo che ne venga riconosciuto il valore intrinseco. E certo, se da una parte, il contesto istituzionale svizzero, muovendosi nella direzione di una normativa federale che sancisca il diritto/dovere alla formazione permanente del cittadino, non fa altro che confermare il valore assoluto attribuito al sistema formativo tout court e alle sue potenzialità per la vita lavorativa e quotidiana delle persone, dall’altra parte quello che ci si prospetta è un vero e proprio „mercato della formazione“, il cui maggior limite è quello di riproporre un gioco di compra-vendita al ribasso in un settore – quello formativo, appunto – in cui si dovrebbe guardare prima di tutto ai processi e a al materiale umano messo in campo. Se questo è vero, capiamo meglio in quale direzione l’ENAIP si sia mossa negli ultimi anni e quali percorsi intenda ancora seguire per fare di questa sua autentica vocazione alla formazione un efficace sistema di investimento sulle qualità e sullo sviluppo della persona. Lavorando al fianco delle fasce più deboli, investendo nella formazione a disoccupati e inoccupati, in corsi di integrazione per donne migranti, per la promozione e l’inclusione sociale e linguistica, l’ENAIP tenta di mantenere il ruolo di soggetto accompagnatore, tenta di non lasciare sole le persone nel proprio percorso di formazione e riqualificazione professionale. Ulteriore esempio in questo senso sono i corsi per gli italiani residenti all’estero, finanziati dal Ministero italiano del Lavoro e portati a conclusione proprio in queste ultime settimane, a chiusura dei festeggiamenti per il 50ennio dell’ENAIP. Anche per questi corsi l’ente ha confermato il proprio spirito di innovazione nel settore formativo: fra tutti i corsi proposti, quelli meglio riusciti e di maggiore successo sono stati proprio i corsi più innovatori. Si pensi al corso di formazione per formatori di adulti (FFA1) e al corso VAE, realizzati in collaborazione con lo IUFFP, al corso di Comunicazione redazionale in collaborazione con l’Università IULM di Milano. Tutti percorsi formativi di alto livello che hanno condotto i partecipanti a ottenere certificati e qualifiche professionali validi in tutta la Svizzera e, in qualche caso, addirittura al raggiungimento di un CAS.
Svincolandosi, dunque, parzialmente da dinamiche di formazione „vecchio stampo“ e lanciandosi in settori tutto sommato nuovi, l’ENAIP ha raccolto – per i suoi 50 anni di vita attiva in territorio svizzero – la sfida di nuovi orizzonti formativi, sapendosi rinnovare, sapendo interpretare le nuove esigenze di formazione e offrendo le giuste ricette per affrontare con sempre nuove qualifiche e sempre migliori strumenti le sfide quotidiane di fronte a cui il sistema di formazione continua e permanente ci pone. Con questo spirito di conservazione e rinnovamento l’ENAIP di oggi festeggia e vi invita a festeggiare i suoi primi 50 anni di vita e di attività in terra elvetica: pronta a guardare a quanto di buono in passato è stato prodotto, ma anche a superare le criticità affrontate e a proporsi nuovamente come luogo di sedimentazione delle nuove frontiere della formazione „made in Switzerland“, ma a firma italiana.
Lia Gioia
ENAIP Svizzera
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