Individuare la discriminazione :: Io non discrimino…vero?

Individuare la discriminazione :: Io non discrimino…vero?

Angela M. Carlucci – Esistono leggi che vietano la discriminazione, le molestie e la vittimizzazione dei dipendenti fondate su origine razziale o etnica, handicap, eta’, orientamento sessuale, religione o credo. Tutte le organizzazioni devono vagliare le modalita’ per prevenire episodi di discriminazione basati su ognuno di questi motivi. Le vittime di discriminazione hanno diritti e possono denunciare le organizzazioni se ritengono di aver subito un trattamento ingiusto.

Alcuni gruppi della nostra società devono combattere contro la discriminazione nella ricerca di un’occupazione e sul luogo di lavoro. Tra questi ci sono donne, lavoratori anziani, persone appartenenti a minoranze etniche e immigrati. Simili atti discriminatori impediscono di fare pieno uso delle abilità di tutti i suoi cittadini e delle competenze che potrebbero invece arricchire il mercato del lavoro. Neomamme che cercano di rientrare nel mondo del lavoro dopo il parto, ma i cui obblighi verso i propri bambini sono invisi ai datori di lavoro; lavoratori anziani altamente qualificati che vengono scavalcati nelle gerarchie interne da colleghi più giovani; immigrati discriminati dai datori di lavoro, potenziali o reali, e dai colleghi: sono solo alcuni esempi di gruppi di persone colpite da discriminazione sul mercato del lavoro (mentre cercano di essere assunti, di mantenere il posto o di avanzare in carriera).

Riconoscere la discriminazione

Le aziende hanno talora regole o sistemi che possono indurre alla discriminazione, che può essere diretta, ma anche assumere spesso una connotazione più sottile e non essere pertanto facilmente individuabile. Si può manifestare, ad esempio, quando soltanto a una determinata categoria è assegnato un particolare lavoro o è consentito l’accesso a formazione e strutture aziendali oppure quando solo un certo gruppo può beneficiare di termini e condizioni di lavoro favorevoli o di una promozione. Ad esempio:

* Alle donne sono assegnati soltanto certi lavori, mentre gli uomini ne fanno altri;
* A particolari gruppi etnici sono affidati soltanto certi compiti;
* Le persone disabili vengono automaticamente scartate;
* La stereotipizzazione di certi gruppi può permeare un’organizzazione e dare vita a un’atmosfera in grado di influenzare negativamente il rendimento.

Spesso, queste cose accadono in modo molto esplicito con il sostegno dei dirigenti e di altri dipendenti. Talvolta sono più sfuggenti perché esiste la consapevolezza che discriminare è sbagliato, ma lo si fa ugualmente. Ad esempio, a volte vengono usati eufemismi o «frasi in codice» per celare la discriminazione agli occhi dei dipendenti o dei clienti. Potreste anche assistere a molestie ed episodi di vittimizzazione, come:

* La diffusione di false dicerie atte a screditare un dipendente;
* L’utilizzo di commenti spregiativi od offensivi nei confronti di un collega di lavoro;
* Allusioni sessuali riguardo a un/una collega in sua presenza;
* Noncuranza nei confronti dei sentimenti di coloro che sono soggetti a scherzi o maltrattamenti;
* Comportamenti intesi a rendere la vita difficile a chi si ribella o a chi offre sostegno alle vittime.

Tali comportamenti, oltre a poter essere soggetti ad azione legale, contribuiscono a inasprire i rapporti di lavoro e possono causare perdite in termini di elementi validi o di fatturato. Le vittime, a loro volta, rischiano stress a livello personale e complicazioni economiche.

Cosa si può fare?

Quando si assiste a un atto di discriminazione o a molestie, si può avere la tentazione di far finta di niente perché ci si sente a disagio nell’affrontare il problema, perché si pensa che, ignorandolo, si risolverà da solo o semplicemente perché non lo si ritiene un problema. Ma la verità è un’altra: se la discriminazione o le molestie si radicano nel luogo di lavoro, è probabile che gli effetti negativi sull’organizzazione e sull’ambiente lavorativo per tutti i dipendenti persistano e rischino di diventare anche più dannosi se non vengono prontamente ed efficacemente affrontati.

Pensate al vostro comportamento e ai vostri atteggiamenti:

* Tenete un comportamento discriminatorio, anche se lo trovate spregevole?
* Con le vostre azioni, contribuite a creare un clima di rispetto?
* Vi interessa conoscere culture e punti di vista diversi?


Date il vostro sostegno alle vittime e aiutatele ad affrontare il problema:

* Aiutatele a reperire consulenza legale o di altro tipo;
* Aiutatele ad affrontare gli autori degli atti discriminatori;
* Aiutatele a sollevare il problema con il datore di lavoro;
* Fornite sostegno emotivo: la discriminazione è causa di stress per la vittima.

Richiedete formazione per sviluppare le vostre competenze in materia:

* Come riconoscere la discriminazione;
* Le norme vigenti sull’antidiscriminazione;
* Comportamenti accettabili e inaccettabili;
* Come affrontare casi di discriminazione e molestie.

Dr. Angela M. Carlucci

Per ulteriori informazioni:
Manuale di Travail.Suisse: «Come impedire la discriminazione razziale sul posto di lavoro» (de, fr)
Commissione europea: «Guida alla lotta contro la discriminazione»
CES Confederazione europei dei sindacati: «Accordo europeo sul mercato del lavoro inclusivo»