Ginevra, ottobre 2014 – È uscito il rapporto Global Gender Gap 2014 pubblicato dal World Economic Forum. Secondo il rapporto Wef, la Svizzera e l’Italia migliorano. Cresce la rappresentanza femminile in politica, ma in media le donne guadagnano la metà di un uomo facendo lo stesso lavoro. Primi in classifica sempre i paesi del Nord Europa. Nel complesso, le disparità uomo-donna passano dal 56% rilevato nel 2006 – quando uscì la prima edizione del rapporto – al 60%. A livello globale, prevede il Wef, serviranno 81 anni per chiudere la forbice delle opportunità lavorative tra maschi e femmine per raggiungere il 100% di uguaglianza.
A guidare la classifica del Gender Gap Index restano come sempre Islanda, Finlandia, Norvegia, Svezia e Danimarca, che occupano rispettivamente i primi cinque posti. La Svizzera raggiunge la 11esima posizione (slittando dalla nona posizione del 2013) e la Germania la 12esima posizione. La Francia risale notevolmente, piazzandosi 16esima e scalando 29 posizioni. 20esimi invece gli Stati Uniti. Ma nella Top 10 ci sono anche Nicaragua, Rwanda e Filippine. Su 142 Paesi, con 0,697 punti, l’Italia si piazza 69esima guadagnando due posizioni dallo scorso anno.
Per quanto riguarda la partecipazione delle donne nel campo economico la Svizzera resta immutata al 23esimo posto, mentre l’Italia scende dal 97esimo al 114 posto. Peggio ancora per la parità salariale, la Svizzera scende al 59esimo posto (dal 56esimo), mentre l’Italia scende al 129esimo posto (dal 124esimo)nell’attuale classifica.
A buon punto siamo invece per la rappresentanza delle donne in politica, settore in cui la Svizzera resta immutata al 16esimo posto, scende però al 33esimo (dal 31esimo del 2013) per presenza femminile in Parlamento e al 10° (dal 9° del 2013) per il numero di donne che ricoprono ruoli ministeriali. L’Italia arriva al 37esimo posto (dal 44esimo nel 2013), al 30esimo (dal 28esimo del 2013) per presenza femminile in Parlamento e sale sensibilmente al 32° (dal 60esimo del 2013) per il numero di donne che ricoprono ruoli ministeriali.
Attualmente, non c’è nessun paese in tutto il mondo in cui una donna guadagna quanto un uomo rivestendo il medesimo ruolo professionale. Negli Stati Uniti “le donne guadagnano circa due terzi di ciò che gli uomini guadagnano per un lavoro simile in base alla percezione dei dirigenti d’azienda”, ha detto l’economista del Wef Saadia Zahidi.
In Svizzera, paese all’11° posto per le pari opportunità, una donna ha guadagnato nel 2014 il 68% del salario medio di un uomo. Peggiore la situazione in Italia, dove non si arriva nemmeno alla metà, come accade anche in Israele. Nonostante entrambi i paesi siano in alto alla classifica per le pari opportunità, nel 2014 una donna ha guadagnato rispettivamente il 48% e il 47% dello stipendio medio di un uomo. In Danimarca le donne guadagnano il 71% degli uomini che svolge lo stesso lavoro, ma è anche l’unico posto in cui guadagnano in media il 2% perché ricoprono i posti meglio retribuiti. Vincitore a sorpresa, il Burundi, dove la percentuale sale all’83%, ma quattro persone su cinque vivono al di sotto della soglia di povertà.
Secondo il Wef, resta molto ampia nel pianeta la disparità di genere delle opportunità lavorative: in 9 anni si è solo ridotta del 4%, passando dal 56% al 60%. Di questo passo ci vorranno 81 anni per chiudere il divario e quindi per avere la parità nel posto di lavoro bisognerà aspettare il 2095.
Per il Comitato ADISPO
Dr. Angela M. Carlucci
Presidente ADISPO
fonte: Wef Global Gender Gap Report 2014
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