Relazione Gruppo Donne CGIE Luglio 2005

Riunitesi il 4 Luglio ribadisce l’intenzione di continuare il percorso che deve accompagnare il disegno di legge dell’Osservatorio delle Donne, (on. Sereni e Baldi), e tutte quelle tematiche presentate nelle ultime due Assemblee Generali concernenti il mobbing e le pari opportunita’.

Consiglio Generale degli Italiani all’Estero – Roma, 4-8 luglio 2005

RELAZIONE DEL GRUPPO DI LAVORO DONNE

Gentile Segretario Generale, carissimi Consiglieri e graditi Ospiti,
Il resoconto del gruppo di lavoro dei consiglieri:

Consigliere Maria Rosa Arona, Argentina
Consigliere Daniela Costa, Australia
Consigliere Alessandra Fais, Francia
Consigliere Silvana Mangione, USA
Consigliere Filomena Narducci, Uruguay
Consigliere Marina Piazzi, Messico
Consigliere Anna Pompei Ruedeberg, Svizzera
Consigliere Marina Salvarezza, Ecuador

Riunitesi il 4 Luglio ribadisce l?intenzione di continuare il percorso che deve accompagnare il disegno di legge dell?Osservatorio delle Donne, (on. Sereni e Baldi), e tutte quelle tematiche presentate nelle ultime due Assemblee Generali concernenti il mobbing e le pari opportunità.
Senza voler essere ripetitive e senza mettere in dubbio l?attenzione de CGIE in questo contesto, ribadiamo che le donne debbano anche se lentamente ma in modo irreversibile essere più presenti nel mondo politico italiano.

Per introdurre i temi su cui abbiamo deciso di concentrare la nostra e la vostra attenzione e nei quali abbiamo iniziato ad essere interattive presentiamo alcune diapositive che vi saranno messe a disposizione per via e-mail.
Per noi donne ciò che conta non è la forza quale entità fisica, atta solo ad intervenire per uso improprio, cioè per distruggere:
– terrorismo;
– aggressione e violenza in tutte le sue forme anche all?interno delle famiglie.

Per noi ciò che conta sono gli argomenti che sono quelli che ci occupano quotidianamente come giornaliste, psicologhe, medici, e comunque come mediatrici interculturali in emigrazione e su cui intendiamo realizzare il nostro impegno inteso a eliminare quella entità fisica che è volta solo ad intervenire per distruggere.

Il tema centrale dei nostri lavori è stato il binomio

Abuso e silenzio

Abuso che si diffonde alla maniera epidemica senza barriere difensive, accompagnato da quel silenzio che pervade ogni struttura sociale perché rappresenta il minore dei mali ed il minimo sforzo in quanto a responsabilità, ma che porta in sé una violenza tanto occulta quanto subdolamente pericolosa.

Abuso comunque e sempre colorato dal silenzio in tutte le sue sfaccettature.
Abuso psicologico, socio-economico, politico e fisico.

Decreti e normative possono essere nel testo e formalmente democratiche, paritarie ma veicolato da una declinazione palesemente al maschile. Per i latinisti 2° declinazione, esclusi gli alberi!

Dunque, abuso e silenzio anche in relazione alle nostre tematiche attinenti alle pari opportunità:

1- Formazione scolastica: la donna educatrice, educa una famiglia, una nazione.
2- Formazione professionale: autonomia economica della donna paritaria
3- Assistenza pensionistica
4- Assistenza sanitaria
5- Assistenza legale: carceri e donne, donna sola e educare i figli ecc.
6- Protezione della sfera procreativa

Per capire meglio la dinamica da applicare a queste tematiche, cito un concetto che il Consigliere Maria Rosa Arona ci ha portato dall?Argentina.

Il concetto di asincronia dello sviluppo formulato da Gino Germani.

Questa asincronia dello sviluppo è utile nel considerare questi elementi perché il loro stato di evoluzione, sia nel divenire sintomatico che nella elaborazione, sono diversi e caratteristici delle zone geografiche e degli usi ed abusi locali, quando applichiamo i rimedi e la prevenzione.

Noi teniamo a portare in superficie ed agli occhi del CGIE tutte queste realtà come fenomeno di tipo visivo, perché è di ottica che desidero anche discorrere con voi.

Esiste un popolo trasparente e pertanto ?invisibile? che non è altro che la metà di un popolo.

Consce che tutti meno i Consiglieri, ed escludendoci noi 8, hanno occhi per vedere e per non guardare, allora è giusto ipotizzare che il mondo politico sia sul territorio metropolitano che all?estero, nella migliore delle ipotesi, è disattento.

Il risultato è che se voi uomini in emigrazione e non, siete giustamente in altre faccende affaccendati, si corre il rischio, non poco grave, che venta immersa in un silenzio assai profondo la forte e vitale piattaforma politica rappresentata da circa 2 milioni di donne italiane residenti all?estero.

Se le peculiarità tanto decantate degli italiani all?estero hanno un futuro, provate a pensare ad uno scenario senza la presenza femminile, o ridotta ad una mera presenza di soggetto sovente umiliato.
Tenete presente che chi è umiliato uomo o donna non è capace di risollevare il volto senza una vera solidarietà.
Per noi esiste un filo rosso che si estende dall?essere non viste a quello di essere oggetto di violenza.

Provate, allora, ad immaginare un altro scenario dove la partecipazione femminile attiva e rispettosa della su dignità e dove tutte le responsabilità siano assunte e condivise.

Dott.ssa Anna Pompei Ruedeberg
Consigliere Coordinatore Gruppo Donne