Stop alla violenza contro le donne!

Stop alla violenza contro le donne!

Berna, 25 novembre 2011 – Giornata Mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

La violenza contro le donne infrange i diritti umani e non conosce confini, né geografici né culturali, né per quanto riguarda i contesti sociali, le forme e la portata. In occasione la giornata mondiale sulla violenza contro le donne del 25 novembre 2011, ADISPO si propone di sensibilizzare contro la violenza perpetrata ai danni di donne, ragazze e bambine. Le statistiche dell’UNIFEM sono terribili: nel mondo 1 donna su 3 e in Europa 1 su 4 subisce forma di violenza fisica, sessuale o psichica. Per il solo fatto di essere donna.

Le donne sono sempre state, e lo sono tuttora, vittime di violenza. La definizione dell’ONU del 1993 riporta che la violenza contro le donne comprende ogni atto di violenza sessista che rechi o possa recare alle donne un pregiudizio o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche, compresa la minaccia di tali atti, la coazione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che nella vita privata. Il 17 dicembre 1999, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 25 novembre Giornata Mondiale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne, invitando governi, organizzazioni internazionali e ONG ad organizzare attività ed eventi per accrescere la consapevolezza dell’opinione pubblica su questo tema.

La lotta alla violenza contro le donne in Svizzera.
La violenza sulle donne è un fenomeno ampiamente diffuso anche in Svizzera. Un’inchiesta condotta in Svizzera nel 1997 ha dimostrato che una donna su cinque tra i 20 e i 60 anni dice avere già subito violenza fisica o sessuale dal suo coniuge o compagno. La violenza fisica si accompagna spesso alla violenza psicologica. Nell’indagine svizzera, il 40% delle donne ha indicato di avere subito violenza psicologica dal proprio coniuge o compagno.
Negli anni 1970 il movimento femminista iniziò ad affrontare la questione della violenza sessuale contro le donne, ma soltanto nei primi anni Ottanta si riconobbe che gli atti di violenza sessuale contro le donne venivano commessi prevalentemente da conoscenti o partner e si iniziò a parlare del problema della violenza domestica. Negli anni 1990 sono stati realizzati i primi studi che chiedevano l’adozione e l’istituzionalizzazione di misure contro la violenza domestica. Queste iniziative hanno determinato un cambiamento di paradigmi: la violenza contro le donne viene vista come un fenomeno che va combattuto anche a livello istituzionale, con riscontro nella legislazione.

L’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo UFU,  istituito dal Consiglio federale nel 1988, è subordinato sul piano amministrativo al Dipartimento federale dell’interno. Il suo mandato, retto dall’articolo costituzionale sull’uguaglianza giuridica e dalla legge federale sulla parità dei sessi, è:  promuovere la parità dei sessi in tutti gli ambiti della vita, vale a dire eliminare qualsiasi forma di discriminazione diretta e indiretta. L’ambito Violenza domestica è stato istituito nel 2003 e consolida su mandato del Consiglio federale le misure in vigore contro la violenza, segnatamente la violenza sulle donne.

Impegno internazionale.

Consiglio d’Europa. Numerose organizzazioni internazionali cercano di contrastare e di prevenire la violenza contro le donne. Nel 2004, il Consiglio d’Europa ha lanciato una campagna per la lotta alla violenza nei confronti delle donne. La violenza contro le donne si basa sull’asimmetria di potere tra uomini e donne e rappresenta una forte discriminazione di queste ultime. È una violazione dei diritti umani e un serio ostacolo al superamento delle disparità tra donne e uomini, compromette la pace, la sicurezza e la democrazia in Europa.

Unione europea. Dal 2000, l’Unione europea (UE) sostiene la lotta alla violenza nei confronti delle donne, dei bambini e degli adolescenti attraverso i programmi “Daphne”. L’obiettivo di tali programmi è proteggere queste categorie di persone dalla violenza e fornire assistenza alle vittime. I fondi stanziati per ogni edizione di Daphne vengono erogati a progetti e organizzazioni che perseguono questi intenti. Il primo programma Daphne (2000-2003) mirava a promuovere e diffondere le esperienze e i diversi approcci applicati dalle ONG per consentire l’avvio di una collaborazione a livello europeo. Daphne II (2004-2008) puntava l’obiettivo in particolare sul sostegno alle vittime della violenza e sulla sensibilizzazione ai danni personali e sociali che la violenza arreca alle vittime, alle famiglie e alla collettività nel suo insieme. Daphne III (2007-2013) pone l’accento sui bambini, sugli adolescenti e sulle donne vittime della violenza sia nella sfera pubblica che in quella privata. Il programma verte essenzialmente sull’individuazione dei legami esistenti tra violenza e salute nonché diritti umani e parità dei sessi con un’attenzione particolare allo studio di misure di prevenzione e dei meccanismi di sostegno e protezione.

Organizzazione delle Nazioni Unite. Risoluzioni e altri documenti promulgati da diversi organi delle Nazioni Unite (ONU) affermano che la violenza contro le donne rappresenta una violazione dei diritti umani e che l’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei loro confronti deve essere un punto fermo degli sforzi tesi a contrastare la violenza sulle donne.

La campagna “NO alla violenza contro le donne”. Diffondere consapevolezza, disseminare tra i giovani e in tutti gli ambienti sociali e culturali, denunciare e contrastare, con tutti i mezzi a disposizione. Questi gli obiettivi del progetto che, nella giornata contro la violenza sulle donne, si muove parallelamente in vari Paesi europei. La competizione Europea “NO alla violenza contro le donne” indetta da UNRIC (Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite) ha mobilitato quest’anno risorse di creativi in 40 paesi europei; sono stati presentati oltre 2.700 lavori e tra i 30 finalisti sono rappresentati cinque lavori italiani.

Il messaggio del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon: “La nostra sfida è garantire che il messaggio di ‘tolleranza zero’ si senta forte e chiaro in tutto il mondo. Per fare ciò, dobbiamo coinvolgere direttamente la società, specialmente i più giovani. In particolare, i ragazzi devono essere incoraggiati a convertirsi in quei difensori dei quali abbiamo bisogno. Occorre promuovere modelli di comportamento maschili sani. Troppi giovani crescono ancora circondati da stereotipi negativi. Parlando con amici e colleghi sulla violenza contro le donne e contemporaneamente agendo contro di essa, si può arrivare a rompere il circolo vizioso di comportamenti che durano da generazioni.? In occasione di questa Giornata Internazionale, esorto governi e partner in tutto il mondo a sfruttare le idee, l’energia e la capacità di guida dei giovani per aiutarci a porre fine a questa epidemia di violenza. Solo allora avremo una società più giusta, pacifica ed equa”

La Rete europea Wave (Women against violence Europe) nata nel 1994 con sede a Vienna coordina circa 4.000 centri antiviolenza in Europa. : le donne che si sono rivolte a questi centri sono state 57.754, con 41.900 bambini, ma 11.460 di loro sono state respinte perché non c’era posto. Il network raccoglie, oltre i 27 Stati dell’Unione Europea, anche la Croazia, la Turchia e altri paesi dei Balcani, per un totale di 46 Paesi che fanno riferimento all’organizzazione. Wave ha come obiettivo l’affermazione dei diritti delle donne e dei minori, lavora sulla prevenzione facendo riferimento a tutte le convenzioni e dichiarazioni europee e internazionali (ONU, Piattaforma di Pechino, et.al.).

La XIII Conferenza Internationale Wave si è svolta dall’11 al 13 ottobre 2011 a Roma, presso la Casa Internazionale delle Donna) insieme all’Associazione Nazionale italiana D.i.Re, che coordina 58 centri antiviolenza in Italia. Dal 27 febbraio al 1 marzo 2012 si svolgerà a Washington il Convegno Mondiale che comprende tutti i centri antiviolenza del mondo. Organizzano Wave e la rete americana contro la violenza domestica NNEDV (National Network to End Domestic Violence). Slogan: Un movimento globale per porre fine alla violenza contro le donne e i loro figli. Scopo: Un mondo uguale dove le donne e i loro figli possano vivere libere dalla violenza.

Molto è stato fatto, molto resta ancora da fare.
I progetti sopra citati devono servire ad accrescere la consapevolezza del danno, sociale e personale, che la violenza reca ai singoli, alle famiglie e alla collettività in generale. Negli ultimi decenni sono stati compiuti notevoli progressi nella lotta alla violenza contro le donne nella sfera privata e pubblica sia a livello svizzero che a internazionale. Nella prevenzione e negli interventi contro la violenza è d’obbligo la cooperazione tra le istituzioni coinvolte: polizia, tribunali, case delle donne, consultori dell’aiuto alle vittime, servizi sociali, medici, psicologi. La sensibilizzazione dell’opinione pubblica che la violenza domestica non può essere assolutamente giustificata, è un aspetto imprescindibile: la violenza contro le donne va combattuta con ogni mezzo.

Per il Comitato

Dr. Angela M. Carlucci
Presidente adispo

 

links:
Ufficio federale svizzero per l’uguaglianza fra donna e uomo UFU
Campagna “NO alla violenza contro le donne”
Say NO Unite! 
Rete Europea WAVE
Associazione Nazionale Italiana D.i.Re 
Rete Americana NNEDV
Convegno Mondiale WAVE

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