Svizzera-Europa: elezioni politiche italiane 24/25 febbraio 2013. I giovani e la donna

Svizzera-Europa: elezioni politiche italiane 24/25 febbraio 2013. I giovani e la donna

Berna , 21 gennaio 2013 – Riflettendo su come abbiamo affrontato la nostra partecipazione attiva alla nomina dei nostri candidati e candidate il 22.12.2012 e il 12.1.2013, mi vengono in mente tutti quei valori su cui la parola «democrazia» si basa e che abbiamo tentato di rispettare. Democrazia sta significare, valore acquisito affermato e irrinunciabile di cui godiamo ampiamente, rispetto adaltri luoghi del pianeta: viviamo democraticamente in Europa, in Italia e anche in questa Confederazione Elvetica, non abbiamo molto da reclamare.

Ma riesaminando i nostri valori propriamente legati alla «democrazia», allora mi accorgo che nell’attuale vita politica siamo fortemente intaccati da ciò che chiamerei «il kitsch» prorompente con cui anche questa nostra virtù politica viene avvilita. Abbiamo subito e subiamo il kitsch persistente degli idoli imperanti del passato nazi-fascismo e delle ideologie totalitarie, dell’attuale populismo al quale impercettibilmente, magari senza volerlo ci lasciamo pervadere permenttendogli di pervadere anche.

Perchè non ci chiediamo, lasciando spazio al dubbio, se la persistenza degli interessi personali, il desiderio di rivincita, l’ invisibilità del potere oligarchico, i nostri apparati spesso inoperosi per mancanza di informazioni in rete, siano davvero retaggi del passato e rinchiusi nel dimenticatoio?

Nel nostro lavoro incentrato nell’ultimo mese sulle designazioni delle candidature per le prossime elezioni politiche, abbiamo cercato di operare nel dialogo, ma forse  in modo non del tutto sufficiente, non solo all’interno delle dirigenze, ma anche e soprattutto nei confronti dei giovani e delle donne. Forse che non abbiamo avuto il coraggio di sperimentare percorsi veramente innovativi nell’infomazione in rete. In questa mia metafora volutamente autocritica sul nostro modo di operare democratico, mi domando se siamo stati capaci di essere coerentemente democratici ascoltando e rispettando il pensiero delle nostre minoranze, se abbiamo curato tutti gli aspetti di democrazia e giustizianon tralasciando il cosidetto «spirito di ugluaglianza».

Stranamente, l’impellenza delle elezioni politiche in Italia ci ha colti di sorpresa nel pieno delle feste di fine d’annoffatti cogliere di sorpresa ci ha portato in un primo momento alla designazione delle candidature il 22.12.2012 con la proposta di ben 10 dirigenti del PD in Svizzera: Gianni Farina e Franco Narducci deputati uscenti, Claudio Micheloni senatore uscente, Paolo Da Costa Vice presidente della Circoscrizione Estero del PD per il Senato mentre per la Camera dei deputati si proponevano Michele Schiavone Segretario del PD Svizzera, Giuseppe Ribaudo delle ACLI del Ticino, Gianni Tinella Circolo PD di Ginevra, Antonia Pichi Segretaria del Circolo del PD di Zurigo, Anna Pompei Rüdeberg Presidente del PD Svizzera e Emilia Sina Margelisch Presidente del Circolo PD di Zurigo.

Le caratteristiche di questa lista sono abbastanza evidenti: 7 candidati uomini di cui 2 giovani di nuova nomina, 3 candidate donne!

Le designazioni sono state fatte secondo le nostre, ben rodate, caratteristische italo-svizzere: organizzate improvvisamente senza una ordinata preparazione ma, come sappiamo fare noi, con grande capacità organizzativa di chisa fare le cose presto e bene. In altre parole se si escludono i parlamentari uscenti e le due nomine dei giovani da Ginevra e dal Ticino il resto è stato abbandonato al caso. Ma queste caratteristiche anche se «produttive», non sono sufficienti a garantire una designazione democratica, giusta ed equilibrata.

Infatti esse non bastano a garantire il rispetto del «bene principe» della democrazia e cioè quello del «diritto all’uguaglianza».

Uno dei motivi della rinuncia di Anna Rüdeberg Pompei e quella di altre donne come per esempio di Maria Chiara Vannetti, di Maria Bernasconi, di Gianni Tinella, di Nella Sempio, è stato quello di non aver potuto decidere democraticamente e con sufficiente spazio di tempo per designare le candidate che le donne del PD in Svizzera avrebbero dovuto indicare. In questo modo almeno in parte si sarebbe evitato di prestare di nuovo il fianco a decisioni determinate da motivi dominanti, che non rispettano, come dovrebbero, la dignità del ruolo della donna in politica. Nell’assemblea del  12 .01.2013 convocata con grande urgenza si ribadiva la designazione dei 3 parlamentari uscenti con la richiesta unanime dell’assemblea a riservare loro la posizione di capolista. Si confermava Paolo da Costa per i senato e si racommandava almeno una donna. I giovani passavano sotto silenzio!

A prescindere dal mero rispetto della democrazia, considerando questa designazione dei candidati per la lista PD in Svizzera, va precisato che alla Svizzera compete poco più del 40% di candidati nella lista PD Europa, grazie al grande elettorato attivo che gli italiani residenti in Svizzera hanno finora garantito. Il numero di candidati nella lista del PD per la Svizzera è dunque di 5 candidati che questa volta abbiamo ottenuto, compreso Domenico Mesiano del PSI e, di cui una donna, Emilia Sina Margelisch, per salvare la faccia! Infatti le altre donne da alternare agli uomini nella lista Europa sono state nominate secondo le designazioni dagli altri paesi europei.

E’ importante tenere conto, nel bene e nel male, del peso che rappresentano i nostri parlamentari residenti in Svizzera. Non tutti i militanti PD in Europa accettano di buon occhio le numerose ed onnipresenti candidature dalla Svizzera che da sempre dominano l’orizzonte della nostra area politica! Anche se per loro la «democrazia» ha un valore assoluto, ciò nonostante ad avvalorare il capitolo donne nella lista europa, troviamo a dir poco sorprendente che siano solo 4 donne su 14 candidati. Che pensa il segretario Pierluigi Bersani?

Per quanto riguarda i fini elettorali per queste elezioni politiche e tenendo conto dell’estrema brevità della campagna elettorale non era materialmente possibile pensare ad una designazione pluralistica, innovativa nel rispetto dei criteri democratici. Possiamo affermare che anche l’accettazione di una situazione eccezionale, ma unanimamente condivisa, è «democrazia». Infatti quello che conta non è altro che un partito unito e compatto che possa raggiungere, ad ogni costo «democratico», un successo assoluto per il PD soprattutto in Svizzera dove l’elettorato è il più importante ai fini di una vittoria.

I progetti che costituiranno il prossimo percorso della «democrazia» nel Partito democratico in Svizzera e in Europa, nell’immediato futuro, saranno forti dell’esperienza e coerenti nella necessità irrinunciabile di idee nuove e coraggiose come donne e giovani sanno e possono fare.

Questi saranno i percorsi condivisi , organizzati nel rispetto di tutti i criteri democratici che con rinnovato entusiasmo porteremo avanti, preparando accuratamente il prossimo Congresso del PD, previsto in Svizzera nella primavera del 2013, scadenza per il rinnovamento delle cariche garantite dai lavori di tutti i circoli attivi in Svizzera. Nonostante tutti gli aspetti che non hanno potuto evolversi nel senso di una democrazia perfetta, invito in primo luogo noi tutti a partecipare intensamente a questa campagna elettorale, perchè proprio questa volta, essa è puntata a ridare onore e credibilità alla politica italiana, e deve contare nella capillarità di ogni nostro singolo voto.

E nonostante i personalismi e le tante dfficoltà che ostacolano la perfezione della democrazia è nostro preciso compito perseguirla: è con questo sogno ed auspicio che invito tutti i parlamentari uscenti in Svizzera e in Europa a non segmentare le nostre forze, ma ad impegnarsi in una campagna elettorale che unisca: il nostro partito riuscirebbe non solo credibile e forte ma anche vincitore.

Non per nulla, il segretario Pierluigi Bersani mai si è stancato, negli ultimi 4 anni, grazie alla sua forte capacità di aggregazione ad indicare la via della giustizia e di proporre una democrazia, giusta, riformista e aperta all’Europa, convincendo il suo elettorato e non solo …! Infatti per Il PD ciò che conta è in primo luogo il principio di democrazia basato sulla giustizia, in secondo luogo l’importanza del PD in Europa ed infine il pluralismo che ognuno dei candidati è capace secondo le sue specificità e le sue doti a mettere in gioco. I candidati sono chiamati al rispetto di queste premesse nel quadro di un emulazione tanto ambiziosa quanto capace di mettere le loro specificità al servizio e in favore dei cittadini elettori.

Auguro ai candidati in Svizzera, in Italia e in Europa che i migliori prevalgano secondo il motto profetico del «vox populi vox Dei» e a noi tutti del Pd in Svizzera e nel PD mondo , nonostante tutte le difficoltà, auguro un impegno elettorale forte e pieno di entusiasmo, perchè noi nella democrazia vera e nel PD ci crediamo.

Dr.med. Anna Rüdeberg Pompei
Vicepresidente ADISPO
Presidente PD in Svizzera

21 gennaio 2013